IL RISORTO: ABBIAMO VISTO E UDITO …
Ci accostiamo al grande mistero pasquale consapevoli che un evento simile ci sfugge in continuazione, perché noi possiamo solo considerare la tomba rimasta vuota e i discepoli in giro per il mondo a sostenere che Lui si è fatto vedere a loro, ancora vivo, più vivo che mai con i segni della sua passione, e che il suo Spirito si è trasferito in loro per farli uscire con una passione irrefrenabile, con una gioia incontenibile, con un ardore sempre più infiammato. Se per loro sono bastate le parole ricordate dall’angelo alle donne e le parole delle donne riferite con lo stupore crescente di chi ha visto ciò che non si immaginava di vedere, ora queste stesse parole che hanno fatto il giro del mondo e che, valicando i secoli, si sono conservate con la medesima forza di convincimento, hanno bisogno di immagini, di persone credibili, di quel gusto della meraviglia che apre il desiderio di sapere, di conoscere, di vedere, di incontrare. Oggi la risurrezione è da noi sperimentata, come allora, per le parole che non troviamo più soltanto nei libri dei vangeli, ma anche in quel vangelo, il quinto, che è scritto nella vita di quanti possono dire: “A me si è fatto vedere! Io l’ho visto e incontrato negli occhi e nel cuore di chi, passando dal dolore, l’ha proprio conosciuto e assimilato”. Oggi quel fatto appare credibile in coloro che, avendo vissuto questa esperienza di incontro con quanti dicono di averlo visto vivo, si sono entusiasmati e appassionati, per cui possono intraprendere la vita con la sua medesima passione: adesso la portano con sé come qualcosa di vivo e che vivifica. Anche noi abbiamo visto negli occhi di altri l’esperienza dell’incontro con il Risorto e proprio da questi occhi possiamo immaginarci qualcosa di ciò che troviamo scritto nei vangeli. E come ognuno può raccontare qualcosa di diverso, così anche noi abbiamo da consegnare una nostra visione del Risorto. C’è chi la immagina e ne offre la sua visuale, che proprio nella rappresentazione pittorica può trovare la giusta sintesi. C’è chi la risente nel cuore e ne offre la risonanza con le note della melodia o della poesia. E c’è chi la custodisce interior-mente offrendone, per quello che vive e per il modo con cui vive, la sin-golarità della sua esperienza. Ecco perché è sempre possibile ricercare nelle immagini, nelle parole, nelle melodie dei suoni e dei versi di poesie una scintilla di quella Pasqua che continua a ravvivare nella speranza il nostro vivere. LA PASQUA SECONDO DUCCIO DI BUONINSEGNA(1255-1319) Leggi tutto “PASQUA.”