LEGENDA .

Lo spunto dalla “Legenda” di S. Francesco (5 ottobre 2018)

La figura di S. Francesco, che si celebra come patrono d’Italia, ci viene offerta da una lunga serie di biografie, in ognuna delle quali la fisionomia del santo viene dispiegata sulla base della sensibilità e delle priorità di chi scrive. Le prime biografie hanno il pregio di essere le più vicine ai tempi del santo, perché all’indomani della sua scomparsa si avvertì la necessità di far conoscere i tratti umani e spirituali di colui che ormai tutti riconoscevano come santo, perché vedevano  in lui la fisionomia di Cristo stesso. Del resto si tendeva, anche forzando gli eventi, a dire che ogni episodio della sua vita si potesse ricollegare a ciò che si trova scritto nel vangelo; per questo si arriva a scrivere che lui pure era nato in una stalla e che lui pure porta impressi nella carne i segni della crocifissione.

Le prime biografie vengono definite “LEGENDA”, cioè “cose da leggersi” e quindi erano proposte perché se ne facesse lettura; ovviamente non tutti erano in grado di leggere, ma tutti erano in grado di ascoltare, e, proprio perché si imprimesse la fisionomia del santo, ecco l’utilizzo della grafica pittorica, che a partire da Giotto nella basilica superiore di Assisi ci offre in riquadri episodi della vita di Francesco desunti da quella biografia che allora era in auge e di fatto si era imposta.

Le prime tre biografie, tutte definite “LEGENDA”, compaiono con l’intento di far conoscere la figura del santo sulla base di coloro che sembrano essere i destinatari dell’opera. Leggi tutto “LEGENDA .”

S. Colombano e il suo contributo per l’Europa.

Introduzione: figure e movimenti per l’Europa

La visione dell’Europa non può prescindere dall’apporto che è venuto alla costruzione di questa “idea” (da far diventare sempre più realtà) da parte del monachesimo nel suo insieme, come fenomeno religioso, culturale e soprattutto umano. Dobbiamo parlare di monachesimo nel suo insieme e non solo di alcuni personaggi divenuti famosi, che possono restare come massi erratici, perché ciò che ha lasciato il segno è indubbiamente quanto cogliamo in forti personalità come pure in quell’esercito di persone senza nome, che ha comunque operato sulla scia delle indicazioni ricevute e ha contribuito a creare un humus, uno spirito. S. Benedetto, il padre del monachesimo occidentale, è stato proclamato da Paolo VI patrono d’Europa, a cui poi Giovanni Paolo II ha affiancato i due fratelli greci, Cirillo e Metodio, che sono stati gli apostoli dei popoli slavi. Se per costoro è anche facile pensare all’azione svolta nell’Est europeo contribuendo alla scrittura cirillica, all’evangelizzazione di diversi popoli, allo sviluppo di una coscienza più forte di questa gente per la loro appartenenza alla storia di un continente che sembrava averli emarginati, dall’altra si fa fatica a pensare alla figura di Benedetto come costruttore dell’Europa, visto che il suo personale ambito di azione si è circoscritto al centro Italia. Semmai sono i suoi monaci, poi, ad aver diffuso insieme con il Vangelo, una impostazione di vita che trae linfa dalla Regola, quella da lui scritta per dei principianti. Per ciò che noi conosciamo di Benedetto, a partire dalla sua Regola e dagli scritti del miglior discepolo che ha avuto, e cioè Gregorio Magno, non si dovrebbe parlare di un’azione a vasto raggio nei confronti di un continente, perché non vi è traccia in lui di un disegno che intendesse segnare profondamente i diversi popoli d’Europa. Anzi, egli avrebbe desiderato la “fuga dal mondo” per cercare solitudine, alla stregua di quello che già si era vissuto nei secoli precedenti nel deserto egiziano, dove si erano affollati gli anacoreti, che spesso vivevano da “stiliti”; semmai egli sembrava muoversi più nella linea del monache-simo basiliano, che in Cappadocia cercava di costruire una vita eremitica di isolamento dal mondo, attenuato da forme di collegamento fra i mona-ci, per i quali si prevedeva una vita “cenobitica”. Così nascono in Italia i monasteri che dobbiamo definire benedettini, sia perché dipendono dall’abbazia originaria di Montecassino, sia perché poi in essi vige la Regola benedettina, a cui un po’ tutti in Europa si rifanno, anche quando sorgo-no nuove forme di vita monastica, come quelle attorno al Mille.

Monachesimo e Barbari

Non c’era, insomma, nella mens di Benedetto la costruzione di un’Europa come visione di vita comune fra diverse popoli; e tuttavia quello che poi si costruì nei diversi centri monastici ebbe ripercussioni per la stessa vita Leggi tutto “S. Colombano e il suo contributo per l’Europa.”