LA DOLCE MAMMA CON IL SUO TENERO BIMBO: LE MADONNE DI RAFFAELLO

La nostra immagine di Maria, quella che abbiamo cara perché ci è stata lasciata in consegna da chi ci ha preceduto qui, ci rivela una bella fisionomia di donna, che vuol mostrare e mettere in mano a noi il suo capolavoro. È una giovane mamma che non tiene per sé il suo bimbo, ma lo vuol proporre all’abbraccio nostro, cosicché, prendendolo nella sua tenerezza, abbiamo in mano anche noi colui che il Padre ha mandato come immagine del suo amore e che la Madre ci affida come frutto del suo grembo. Spesso Maria è ritratta nella sua fisionomia femminile piena di grazia, e quindi di una affascinante bellezza, ma anche di quella riservatezza che la fa essere tutta rivolta a Dio: noi abbiamo così l’Immacolata, quando dobbiamo considerare che, ricolma della grazia divina, in lei non appare ombra di peccato; ma abbiamo anche la Donna gloriosa, che salendo a Dio e lasciandosi assorbire dal mondo celeste, risulta sempre più nella luce dell’empireo. Poi si aggiungono altre immagini che colgono un aspetto della sua presenza e della sua azione in favore del popolo cristiano. Fra tutte sono più frequenti le immagini che la mostrano con Gesù an-cora Bambino, fornendo così ciò che maggiormente la qualifica e cioè la sua maternità, quella che noi riconosciamo in modo particolare quando il bambino ha bisogno dell’assistenza della mamma; essa, in genere, tiene in braccio o tiene per mano il suo piccolo, o lo sorveglia con lo sguardo attento e premuroso. Come ogni donna che vive la maternità, anche lei rimane per sempre la madre di Cristo e, per la nostra conformazione a Lui, è pure madre nostra. E così la si può vedere anche in altri momenti della vita di Gesù, come la vediamo spesso affacciarsi a questo mondo, che ella visita spesso con le sue apparizioni. Ma come in queste noi possiamo riconoscerla nel suo privilegiare i piccoli, che sceglie come i suoi interlocutori, non unici, ma certamente più frequenti, così noi la immaginiamo “mamma di Gesù”, soprattutto quando ce l’ha vicino a sé nei momenti della sua infanzia, anche senza pensarla nei giorni iniziali della sua esistenza terrena dentro il rifugio di fortuna trovato a Betlemme. (Per continuare a leggere cliccare QUIMADONNA DEL PARCO 2020 (versione verticale)