ACTA MARTYRUM: PRIME TESTIMONIANZE STORICHE: LA PASSIONE DEI MARTIRI SCILLITAN-LA PASSIONE DI PERPETUA E FELICITA

INTRODUZIONE

ACTA, PASSIONES, LEGENDAE

Nella prima letteratura cristiana hanno un certo rilievo i testi che
documentano le persecuzioni nei confronti dei cristiani stessi. Esse si sono
scatenate a più riprese in modo organizzato anche per il furore del popolo o
del principe tempo. Se nel I secolo sono dovute in gran parte alle follie di
imperatori, che governavano ricorrendo alla violenza e alla mattanza di
oppositori, come succede al tempo di Nerone (54-68) e di Domiziano (81-96), poi, in presenza di una sorta di resistenza passiva, che li rendeva, come gli Ebrei, irriducibili al potere costituito, i cristiani sono stati ricercati e
condannati. Anche nel II secolo, sotto gli Antonini, o imperatori adottivi,
venivano accusati e puniti perché refrattari alla cultura dominante. Quando il fenomeno persecutorio diventa un sistema che dilaga nell’impero, se ne parla non solo nei testi degli storici, ma anche nei documenti del tribunale che affronta la questione. E di qui passano anche tra le mani dei cristiani.
Nascono così le prime redazioni di resoconti del martirio, soprattutto in
presenza di personaggi che avevano un certo rilievo nella prima Chiesa o nel
territorio dove scoppiavano le persecuzioni. I testi, raccolti e fatti conoscere, sono gli stessi resoconti dei tribunali, sia nel caso che provengano direttamente di lì, magari con la complicità di qualcuno che lavora in tribunale, sia perché il redattore finale lo ricava di lì, essendo presente alla scena. Così i verbali, ridotti all’essenziale, poiché riproducevano le domande degli inquirenti e dei giudici e le risposte dei condannati, diventavano non solo la documentazione storica per il sistema giudiziario romano, ma anche un testo autorevole con cui la comunità cristiana riconosceva e glorificava i suoi eroi.
Quando i cristiani si trovavano a celebrare la memoria dei martiri sulle loro
tombe, leggevano queste composizioni, che in tal modo si aggiungono ai testi biblici; essi poi vengono conclusi con la dossologia, mediante la quale la glorificazione dei caduti per la fede diventa una glorificazione di Dio. In
assenza dei verbali, fioriscono i racconti dei testimoni oculari, o anche di
coloro che sono coinvolti nel martirio e che lasciano come una specie di
testamento, per richiamare, a chi resta, la coraggiosa testimonianza dei
caduti. Simili testi fioriscono in occasione delle persecuzioni che un po’
ovunque si verificano, soprattutto nell’intento di sradicare la “mala pianta”, considerata rovinosa perché mina alla base il sistema di potere.
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La figura di Silone nella letteratura e nella politica del ‘900.

Introduzione: l’emarginazione di Silone in Italia e il riconoscimento in Europa

Tutti coloro che trattano di Silone con un animo costruttivo – certa critica, mai morta, si è trascinata con sé tanto pregiudizio! – devono riconoscere la marginalità in cui è stato confinato come uomo e come scrittore nel corso della sua esistenza e anche oltre, visto che un simile atteggiamento non sembra molto cambiato. Se ci limitiamo all’aspetto letterario, per la sua attività di scrittore, dobbiamo parlare anche per lui, come per tanti della sua terra e del profondo Sud italiano, di una marginalità che sembra appartenere alla geografia del Paese e che in realtà è legata ad una visione forse ancora un po’ troppo accademica della letteratura stessa, incapace a volte di riconoscere l’anima profonda di chi scrive e di ciò che viene scritto.

Alcuni dei nostri scrittori del Novecento, che in Europa hanno avuto fama, riconoscimenti, plauso e soprattutto il piacere della lettura, proprio perché lì vi si riconosce, anche oltre la lingua particolare, un linguaggio veramente aperto, appaiono di fatto trascurati, dimenticati o neppure considerati a casa nostra, non solo nell’editoria, ma anche nel largo pubblico di lettori e più ancora sui banchi di scuola. Per continuare la lettura, cliccare sul link qui sotto.

UTE – SILONE

Martin Luther King.

Introduzione: Memoria e Mito

Anche ad essere trascorsi già 50 anni dalla morte violenta di Martin Luther King, la memoria e soprattutto il mito di quest’uomo non si sono spenti. Non è neppure venuta meno la questione che lo ha fatto diventare famoso non solo nel suo Paese, perché il problema della segregazione razziale, negli USA, come pure nel resto del mondo, non è affatto caduta, nonostante le leggi a sostegno delle minoranze e nonostante che si possa dire avanzata la coscienza che il problema razziale sia da superare, anche dopo i drammi che si sono consumati per questo modo di intendere e di vivere fra razze diverse.

Costui ha posto la questione in termini assolutamente nuovi e con metodologie che richiedono non solo un diverso ordine legislativo, ma anche una coscienza più matura in tutti, in coloro che sono discriminati e più ancora in quelli che insistono nel volere creare quel genere di discriminazione per cui esistono razze superiori ad altre, non solo diverse.

Ripensare a Martin Luther King può servire a fare il punto sulla questione che non è solo del profondo Sud statunitense, ma intacca un po’ tutte le società in questo rimescolamento di popoli che fa rigurgitare ancora la questione razziale.

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Fatima 2017: i cento anni di Fatima e i segreti legati alle apparizioni

Premessa

Il centenario di questo evento è l’occasione per fare il punto della questione, cercando di trovarvi una maggiore chiarezza che aiuti a vivere meglio l’evento e ad averne le più precisa comprensione possibile.

Si tratta pur sempre di qualcosa di straordinario e, come per tutte le cose straordinarie, siamo in presenza di un “mistero”, che è pur sempre un fatto, documentabile, dunque, e tuttavia mai sufficientemente chiarito con le parole umane, anche perché prevedono l’intervento di qualcuno o di qualcosa che sfugge alle odierne comprensioni della ricerca scientifica, che pur deve cercare di offrire i suoi strumenti.

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